Bronze Age: la crisi interiore degli eroi

Autore: Manuel Enrico ,

Quando si tratta di definire le ere del fumetto supereroistico, spesso ci si affida a date specifiche per marcare le diverse epoche. La Golden Age è tradizionalmente identificata con la prima apparizione di Superman in Action Comics #1, mentre la Silver Age è inaugurata con il Flash di Barry Allen. Tuttavia, queste distinzioni possono anche essere viste come rappresentative di una progressiva evoluzione nell'approccio ai personaggi supereroici, piuttosto che semplici marcatori temporali. 

Nella Golden Age, i supereroi erano spesso protagonisti di avventure e combattimenti, mentre nella Silver Age iniziarono a emergere una maggiore caratterizzazione psicologica dei personaggi e una riflessione più profonda sul loro rapporto con il mondo circostante. In tal senso, potremmo considerare la Golden Age come l'infanzia dei supereroi, la Silver Age come l'adolescenza, e la successiva Bronze Age come la maturità, in cui le storie e i personaggi divennero più complessi e riflessivi.

La Bronze Age: meno eroismo e più umanità

L'eroe diventa umano

L'eredità principale della Silver Age nei fumetti è stata l'introduzione di una dimensione interiore più profonda nei supereroi. Con una maggiore libertà creativa ottenuta attraverso il progressivo superamento dei vincoli del Comics Code Authority (che era stato istituito alla fine della Golden Age), gli autori hanno potuto sviluppare personalità più complesse e realistiche per i loro personaggi. Questo ha permesso loro di esplorare storie più impegnative e di confrontarsi con temi e questioni attuali, conferendo maggiore profondità ai protagonisti.

In particolare, opere come La notte in cui morì Gwen Stacy e Lanterna Verde/Freccia Verde sono diventate i primi esempi di come la vita quotidiana potesse avere un impatto devastante sulle vite dei supereroi, mettendo in evidenza le conseguenze reali di situazioni drammatiche. Si fa spesso coincidere la fine della Silver Age con la tragica morte di Gwen Stacy, avvenuta nell'estate del 1973, perché questo evento segna una perdita dell'innocenza nel mondo dei supereroi, portando i personaggi a perdere la loro aura di invincibilità e a diventare sempre più dei riflessi della realtà.

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Tuttavia, è importante notare che il passaggio dalla Silver Age alla Bronze Age non è così netto come le transizioni tra le ere precedenti. Nel primo periodo dei primi anni '70, vi sono stati numerosi eventi che hanno contribuito a cambiare radicalmente il panorama dei fumetti.

Oltre alle storie di Marvel e DC Comics che hanno rivoluzionato la percezione dei personaggi, anche da un punto di vista editoriale si sono verificati grandi sconvolgimenti. Ad esempio, Jack Kirby ha lasciato la Marvel, con cui aveva lavorato per molti anni, per passare alla DC Comics, mentre molti altri autori celebri del periodo hanno concluso le loro carriere, aprendo la strada a una nuova generazione di talenti.

Questi sottili, ma significativi, cambiamenti hanno contribuito a trasformare il mondo dei fumetti, portando il medium a evolversi oltre il suo tono classico. Questa evoluzione è stata guidata da giovani fumettisti che erano pronti a spingere la narrazione della Silver Age verso una dimensione ancora più umana. Tale cambiamento riflette anche l'evoluzione dell'ambiente culturale negli Stati Uniti.

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Dopo decenni in cui la società americana sembrava essere definita da una dicotomia rigida, le nuove generazioni stavano cercando di abbattere questa visione monocromatica. Movimenti studenteschi, la controcultura e una crescente consapevolezza del proprio ruolo come agenti di cambiamento rivoluzionario stavano emergendo.

Dopo aver superato gli incubi della Seconda Guerra Mondiale e della Guerra di Corea e affrontato le tensioni interne del Maccartismo, insieme alla nascita dei movimenti per i diritti civili, gli Stati Uniti stavano vivendo una fase in cui le ombre del Sogno Americano venivano esposte in modo più evidente. Giornalisti e scrittori stavano mettendo in luce gli aspetti oscuri della società, e anche il mondo dei fumetti stava partecipando a questa presa di coscienza collettiva, aprendo la strada a un nuovo stadio evolutivo: l'esplorazione dei lati oscuri dei personaggi.

Questa volontà di esplorare il lato oscuro dei personaggi coincise con una maggiore libertà di sperimentare nuovi generi narrativi, sia all'interno del genere supereroistico che al di fuori del mondo dei supereroi. Con il declino dell'influenza della Comics Code Authority e il suo potere censorio, diventò possibile rilanciare storie western, pubblicare titoli di fantascienza e horror, e rispondere alle crescenti richieste di un pubblico interessato al misticismo e all'occultismo.

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Questo periodo ha visto l'emergere di nuovi personaggi, come il Doctor Strange, Swamp Thing o Ghost Rider, che rispecchiano l'interesse del pubblico per questi temi e generi narrativi.

Le debolezze umane dell'eroe

Se storie come Green Goblin Reborn e Snowbirds Don't Fly avevano già spinto i due giganti dei fumetti a esplorare il tema della tossicodipendenza, la Bronze Age, consapevole di questa nuova apertura, diventa l'arena per un'analisi approfondita delle fragilità umane dietro le maschere dei supereroi.

Gli eroi non sono più dipinti come creature perfette e inaccessibili, come si poteva vedere nella Silver Age, ma vengono presentati come persone reali con le loro debolezze e le sfide quotidiane. Questo nuovo approccio rende i fumetti supereroistici più socialmente consapevoli, poiché le fragilità dei supereroi riflettono le sfide sociali reali. E poche storie sono riuscite a integrare questa dimensione tragicamente umana meglio di Il Demone nella Bottiglia.

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Nel 1979, due giovani autori, David Michelinie e Bob Layton, ricevettero l'incarico di rinnovare uno dei personaggi iconici della Silver Age della Marvel, Iron Man. Questi autori decisero di spingersi oltre la figura dell'eroe stesso, concentrandosi principalmente sul suo alter ego umano, Tony Stark. Il momento sembrava particolarmente favorevole per un'analisi così approfondita, come Michelinie spiegò.

Quando arrivai su Iron Man avevo un insolito vantaggio, non avendo mai letto prima storie del personaggio. Non avevo idee su come trattarlo, non avevo punti di riferimento, quindi mi rilessi le uscite dell’anno precedente, comprendendo subito una cosa di Stark: era decisamente pieno di problemi!

Dopo un anno difficile, durante il quale aveva perso il controllo della sua azienda e aveva affrontato complessità a livello emotivo, Tony Stark si trovava in una situazione di depressione e vulnerabilità umana. In questo stato, affrontò una sfida realistica e intensa: l'alcolismo.

L'uso dell'alcolismo come tema narrativo si rivelò una scelta eccezionale. Dopo anni di nemici fisici e scontri combattuti a suon di pugni, era giunto il momento di gettare l'eroe in una realtà più cruda, mostrando le sue fragilità umane dietro la maschera dell'eroe. Per farlo, i due autori cercarono un elemento del passato di Stark che fosse coerente con il suo percorso.

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Iron Man - Il Demone nella Bottiglia

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Fin dalla sua prima apparizione in Tales of Suspense #39, Tony Stark era stato dipinto come un industriale playboy, una figura tipica dell'epoca, un'icona del jet set che frequentava feste di alta società dove l'alcol era una presenza comune. Questo elemento di verosimiglianza e autenticità era fondamentale, come commentò Michelinie.

Il jet set del periodo , caratterizzata da un abuso dell’alcol considerato socialmente accettabile, ha reso la caduta di Stark nell’alcolismo verosimile

La storia narrata, in particolare il lato umano, rappresenta un esempio del desiderio di aggiungere profondità emotiva alle storie dei supereroi, mettendoli di fronte ai loro aspetti più oscuri. Non abbiamo più l'idea dell'eroe invulnerabile e perfetto; queste figure, un tempo ammirate e idealizzate, ora mostrano crepe e fragilità comuni, tangibili nella vita di tutti i giorni.

La Bronze Age introduce i supereroi a sfide che esulano dai classici scontri fisici e li costringono a confrontarsi con le difficoltà tipiche della vita quotidiana di ogni uomo.

In una situazione simile, una persona reale costretta a sopportare una simile pressione cercherebbe una valvola di sfogo. Dato che da tempo si era stabilito che Tony era il classico playboy, che lo si era già vista bere alcolici in diverse occasioni, pensai che fosse comprensibile e realistico per Tony vedere nell’alcol una via di fuga alla sua pressione. Con Bob, iniziammo a lavorare su questa idea

Tuttavia, ciò che davvero influì sul mondo dei supereroi non furono solo le tematiche sociali, ma anche un aspetto incredibilmente umano: la morte. Se precedentemente i supereroi avevano affrontato il concetto del lutto, con la Bronze Age questa triste parte della vita umana venne messa in primo piano, trasformandola da un semplice elemento di sfondo in un protagonista delle storie.

E ancora una volta, nell'ambito di Marvel, Jim Starlin, dopo aver seguito il percorso di Captain Marvel fino alla chiusura della serie, ebbe l'opportunità di congedare il suo eroe, creando una morte che andasse oltre la dimensione dei fumetti, diventando un evento umano: La Morte di Captain Marvel.

La Bronze Age è l'età della morte?

Ciò che veramente sconvolse i lettori fu la morte di un eroe cosmico come Mar-Vell, che dopo aver sconfitto minacce galattiche e vissuto avventure incredibili, dovette accettare il proprio destino a causa di un cancro, conseguenza di un atto eroico compiuto anni prima. Starlin decise di evidenziare la profonda umanità degli eroi non solo attraverso il lento declino di Mar-Vell, ma anche nell'impotenza di figure storiche come Iron Man, Reed Richards e il Dottor Strange, incapaci di trovare una cura per il loro amico.

Un momento particolarmente significativo si verificò quando la Bestia degli X-Men spiegò a Peter Parker quanto stava accadendo, mettendo in luce un cambiamento epocale nel mondo dei supereroi. La Bestia disse a Peter:

Nella nostra professione, Peter, abbiamo incontrato alieni, dèi e mostri orribili. Abbiamo sfidato l'oscurità e la luce e combattuto per la salvezza della Terra. Ma ora dobbiamo affrontare una sfida diversa: dobbiamo imparare a condividere la sofferenza, la malattia e la morte come qualsiasi altro essere umano. Questo è ciò che ci rende davvero supereroi.

Questa rivelazione segnò un punto di svolta significativo nella storia del fumetto supereroistico.

La rivelazione di Starlin segnò un momento fondamentale in cui si stabilì per la prima volta che anche gli eroi potevano morire in modo definitivo, aggiungendo un nuovo strato di umanità ai personaggi dei fumetti. Tuttavia, non fu l'unica rivoluzione in atto.

DC Comics decise di introdurre un nuovo aspetto umano nei propri personaggi attraverso un diverso approccio: modificarne le basi. Ad esempio, Superman perse temporaneamente la sua immunità ai poteri e intraprese una nuova carriera, abbandonando il Daily Planet per diventare un reporter televisivo. Wonder Woman, invece, perse completamente i suoi poteri e dovette reinventarsi una vita da umana.

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La morte di Capitan Marvel

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Questi cambiamenti sostanziali nei personaggi li costrinsero a rivedere il loro modo di vedersi e di relazionarsi con gli altri, mettendoli di fronte a sfide simili a quelle che la vita riserva a tutti noi. Gli eroi impararono che la vita non consisteva solo nel combattere supercriminali, ma anche nell'affrontare cambiamenti radicali nelle loro esistenze, una sfida straordinaria ma più in linea con le esperienze umane. Questa rivoluzione permise di introdurre elementi più seri e cupi nelle storie dei supereroi, aprendo la strada a una nuova era dei fumetti, conosciuta come Modern Age o Dark Age.

La rivoluzione sociale del fumetto 

La Bronze Age non solo rivoluziona il modo di narrare l'interiorità dei supereroi nei fumetti, ma apre anche la strada a una nuova generazione di eroi con un messaggio sociale chiaro.

In un'epoca in cui la società era ancora segnata da un forte razzismo e la comunità afroamericana lottava per il riconoscimento dei propri diritti, questo disagio sociale non poteva essere ignorato dalle case editrici di fumetti. Ad esempio, DC Comics affrontò il tema del razzismo con una storia di Superman in cui una Lois Lane di colore metteva duramente alla prova Kal-El per vedere se anche l'eroe alieno poteva essere vittima di pregiudizi razziali.

Tuttavia, è Marvel Comics a diventare il principale interprete di queste tensioni sociali. Nel 1971, Marvel pubblicò il primo numero di Luke Cage, il primo supereroe di colore a ottenere una testata propria. Sfruttando l'interesse crescente per la blaxploitation nella cultura popolare, Stan Lee creò questo personaggio di colore che, ambientato in una dimensione urbana, si confrontava spesso con le difficoltà del degrado urbano nelle comunità afroamericane di New York.

Nonostante l'apertura verso nuovi eroi multietnici, il fumetto conserva ancora stereotipi radicati e cliché culturali. Ad esempio, il personaggio di Shang-Chi, creato da Marvel per capitalizzare la popolarità dei film di arti marziali, è intriso di preconcetti e stereotipi sulle culture asiatiche, perpetuando il concetto del "pericolo giallo". Tuttavia, ci sono numerosi casi di eroi che sfuggono a questi stereotipi, come la mutante Ororo "Tempesta" Munroe o la Lanterna Verde John Stewart.

Un vero cambiamento si verifica con il ritorno degli X-Men, che abbandonano il loro status di team prevalentemente statunitense e abbracciano un approccio più multinazionale. Questa mossa era in parte finalizzata all'esportazione dei fumetti, ma ha anche aperto nuove possibilità narrative. Un altro punto di svolta nella rappresentazione dei personaggi femminili nel fumetto avviene grazie a Chris Claremont, noto scrittore di X-Men, che promuove una rivoluzione nel ruolo delle eroine.

Fin dalla loro comparsa, le eroine erano spesso trattate con minor enfasi rispetto ai loro colleghi maschi. I loro nomi erano spesso accompagnati dalla parola girl, suggerendo un'immagine infantile e poco impegnativa, mentre i supereroi maschili dominavano le copertine delle testate. Tuttavia, durante questo periodo, le donne del mondo supereroistico cominciano a sviluppare una maggiore profondità e consapevolezza, seguendo una tendenza che riflette anche quanto stava accadendo nella realtà.

Sue Storm, precedentemente nota come Ragazza Invisibile, assume il titolo di Donna Invisibile, segnando un significativo passo nella sua crescita personale. Questo titolo è il risultato di una maggiore consapevolezza di sé e della padronanza dei suoi poteri. Sue diventa una figura carismatica, combinando il ruolo di eroina, madre e leader.

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La saga di Fenice Nera. X-Men

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Un esempio notevole di questa evoluzione delle eroine nei fumetti è rappresentato da Jean Grey. Da perfetta "fidanzatina d'America," Jean assume sotto la guida di Chris Claremont una dimensione più moderna, esplorando aspetti psicologici e sessuali mai affrontati in precedenza. Claremont aveva una particolare abilità nel caratterizzare le figure femminili. Anche se mostrava le debolezze dei suoi personaggi, cercava sempre di far emergere i loro lati forti, rendendo le sue donne carismatiche, autentiche e realistiche. Il personaggio di Ororo Munroe, ad esempio, potrebbe essere spaventato da spazi ristretti e avere fragilità interiori, ma allo stesso tempo mostrava determinazione e leadership. Jean Grey, per Claremont, era una tela su cui creare un ritratto magnifico.

Claremont conduce Jean Grey in un viaggio interiore prima di intraprendere una grande avventura, guidandola attraverso una profonda crescita emotiva che avrebbe posto le basi per una delle saghe più famose dei mutanti, la Saga di Fenice Nera.

In questo periodo, le eroine acquisiscono una profondità di caratterizzazione non solo come personaggi supereroici, ma anche come donne. Questa evoluzione mira a conferire loro un ruolo moderno, in sintonia con l'epoca, eliminando la vecchia immagine di "principessa in pericolo" spesso associata alle supereroine.

Il fumetto diventa politica

E in un paese in cui la politica permea ogni aspetto della vita, il mondo dei fumetti non poteva esimersi dall'analizzare la scena politica di Washington. Il fumetto supereroistico aveva già avuto un forte legame con la politica nazionale, specialmente durante la Golden Age, con la creazione di eroi dal tema patriottico, tra cui l'esempio più noto è Capitan America.

In questo contesto, è ancora una volta Capitan America a diventare il veicolo di una sottile critica alla politica americana. Cap, che incarna l'autentico Sogno Americano, senza compromessi politici o macchinazioni, diventa il protagonista di una storia ambientata durante lo scandalo Watergate. La Marvel decide di utilizzare un'organizzazione segreta precedentemente introdotta, nota come l'Impero Segreto, come metafora per mettere in contrasto l'idealismo di Capitan America con la realtà degli interessi e della corruzione politica di Washington, visti attraverso gli occhi del cittadino comune.

Steve Englehart e Sal Buscema creano una trama che porta Capitan America a scoprire il coinvolgimento dei vertici della Casa Bianca con questa pericolosa organizzazione segreta, mettendo in crisi Steve Rogers. Quest'ultimo, ancora determinato a servire il Sogno Americano, ma deluso dal suo Paese, decide di abbandonare lo scudo di Capitan America e di assumere l'identità di Nomad

La rivoluzione narrativa dei supereroi

Durante la Bronze Age, le tendenze narrative richiedono un nuovo approccio alla rappresentazione dei supereroi. Non è solo la maturità e la complessità dei temi trattati che richiedono una visione dell'eroe, ma anche la necessità di storie più lunghe e articolate, che si sviluppano in archi narrativi estesi, permettendo di esplorare le emozioni e le vicende dei protagonisti in modo più approfondito.

In questa era, vediamo l'ascesa di lunghe saghe supereroistiche come Guerre Segrete o la già citata Saga di Fenice Nera, così come l'emergere delle prime graphic novel supereroistiche. Il formato del graphic novel offre uno spazio ideale per trattare temi complessi ed emotivi, grazie alle sue dimensioni maggiori rispetto ai tradizionali fumetti spillati. Esempi notevoli sono La morte di Capitan Marvel, la prima graphic novel Marvel, e Dio ama, l'uomo uccide, in cui gli X-Men affrontano il razzismo e il fanatismo religioso in maniera adulta e spietata.

Marvel Comics
Doctor Strange
Doctor Strange

Questo cambio nel modo di raccontare le storie ha richiesto anche un'evoluzione nel disegno. Artisti come Frank Miller, Jim Starlin, John Byrne, e Howard Chaykin hanno fatto la loro comparsa all'interno dei fumetti spillati, portando con sé uno stile più dinamico, realistico e dettagliato. Questa evoluzione si è riflessa in una rappresentazione più autentica dei corpi dei supereroi, con una maggiore attenzione all'anatomia realistica.

L'umanità emotiva dei personaggi è stata evidenziata anche attraverso l'interpretazione visiva, con scene in cui i corpi dei supereroi sono spinti ai loro limiti fisici. I disegnatori si sono dimostrati eccellenti nell'interpretare queste situazioni al limite, contribuendo a rendere le storie e i personaggi più convincenti e coinvolgenti.

Con il declino della Comics Code Authority, le case editrici hanno ottenuto il benestare per creare serie che esplorano tematiche precedentemente considerate inaccettabili, specialmente nel genere horror. Questa nuova libertà ha dato vita a serie come Swamp Thing, Ghost Rider, e La Tomba di Dracula, da cui successivamente è emerso il personaggio di Blade.

Questa apertura non ha riguardato solamente i supereroi esistenti, ma ha permesso anche la creazione e la diffusione di altri personaggi che in seguito sono diventati cult, come Elfquest dei coniugi Pini, Teenage Mutant Ninja Turtles di Eastman e Laird e Cerebus di Dave Sim. Queste idee finalmente hanno potuto prendere vita grazie a una congiuntura particolare in cui la cultura underground degli anni precedenti, ostacolata dalle restrizioni della Comics Code Authority, ha ceduto il passo a una nuova generazione di fumettisti. Questi artisti, per la prima volta, hanno avuto l'opportunità di confrontarsi con il modo di fare fumetti europeo, in particolare il fumetto franco-belga.

L'immersione nei fumetti provenienti dall'Europa ha stimolato questi autori a infrangere gli schemi tradizionali del fumetto supereroistico, dando vita a una rivisitazione critica del concetto stesso di eroe. Questa spinta all'innovazione ha portato alla concezione del fumetto come medium maturo, capace di affrontare tematiche complesse. Questo ha segnato una svolta epocale, gettando le basi per la nascita di un nuovo tipo di fumetto capace di ridefinire il concetto di eroe. Questo cambiamento ha preparato il terreno per l'avvento dell'era successiva del fumetto, la Dark Age, che è stata inaugurata nel 1986 da due opere fondamentali legate alla critica dei supereroi: Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons e Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller.

L'apertura a una nuova e più matura concezione del medium fumettistico ha portato alla creazione di un tipo di fumetto impegnato, che non si serve dei supereroi per raccontare il mondo, ma si concentra su una narrazione diretta della realtà senza veli o metafore. Questa tendenza ha generato capolavori come Contratto con Dio di Will Eisner e Maus di Art Spiegelman.

Questi fumetti non solo offrono una lettura per un pubblico adulto, ma sottolineano anche che i tradizionali punti vendita di fumetti, come le edicole, non erano più sufficienti per distribuire queste opere che richiedevano maggiore spazio e visibilità. Di conseguenza, sono nate le fumetterie, spazi specializzati gestiti da persone competenti che sono in grado di promuovere e vendere questi prodotti.

Verso la fine della Bronze Age, inizia a emergere una consapevolezza dei problemi legati a uno degli elementi fondamentali dei fumetti supereroistici, soprattutto per le due principali case editrici: la continuity. In particolare, DC Comics, con i suoi eroi che avevano una storia più lunga rispetto ai personaggi Marvel, comincia a rivelare le prime incongruenze e le sfide legate alla gestione di un universo narrativo così complesso e variegato. Queste difficoltà spingono DC a valutare azioni drastiche che, nella Modern Age, porteranno alla creazione di grandi saghe come Crisi sulle Terre Infinite, mirate a riportare l'universo sotto controllo.

Questa scelta verrà seguita anche da Marvel, sebbene in modo diverso, attraverso la creazione di maxi-eventi come Guerre Segrete. L'obiettivo è riallineare i fili narrativi e conferire maggiore solidità e ordine all'universo narrativo. Mentre DC Comics opta per un "reset" del proprio mondo fumettistico, Marvel sceglie di creare eventi di portata galattica che sconvolgono l'universo narrativo, aprendo nuove direzioni. Tuttavia, queste tendenze verranno ulteriormente sviluppate nella Modern Age.

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