Chi è Joker, la nemesi di Batman

Autore: Domenico Bottalico ,

Joker non è solo la nemesi di Batman ma è anche uno dei personaggi più riconoscibili ed influenti di tutta la cultura pop. Da pittoresco criminale a clown fino a folle anarchico, Il Principe Pagliaccio del Crimine è entrato nell'immaginario collettivo come simbolo di follia e caos, il perfetto contraltare al Cavaliere Oscuro, ma anche come quello di rigetto completo dell'autorità in favore di una libertà di pensiero e azione incontrollata e incontrollabile.

Quando e come nasce Joker? Qual è stata la sua evoluzione e quali fumetti recuperare per conoscerlo meglio? Quali sono stati i suoi interpreti al cinema e in TV e le sue voci nelle serie animate e nei videogiochi? Per rispondere a queste e molte altre curiosità eccovi una panoramico sul personaggio.

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Da Gwynplaine alla carta da gioco: la creazione di Joker

A differenza di molti altri personaggi nati nella Golden Age, le ispirazioni dietro la creazione di Joker sono ben note. È bene però rimarcare come ognuno dei tre autori dietro la sua creazione - Bill Finger, Bob Kane e Jerry Robinson - ne rivendichi in qualche modo la vera paternità.

In una intervista concessa nel 2009, Jerry Robinson confermò che Joker fu creato in quanto servivano storie per rimpolpare Batman #1 (data di copertina marzo 1940). Affascinato dalle figure dei villain, Robinson propose un antagonista che si discostasse dai classici gangster e boss dell'epoca ma che, al contrario, fosse esotico e una nemesi duratura per l'eroe. Il personaggio doveva essere fisicamente subito riconoscibile ma anche rappresentare anche una contraddizione: la figura di un clown che commetteva terribili crimini condito da un macabro umorismo era una immagine perfetta da contrappore al serioso Batman.

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Ma da dove arriva l'idea del clown e soprattutto quella della sua spaventosa fisionomia caratterizza dal ghigno innaturale? In tutti i racconti legati alla creazione di Joker si fa quasi sempre riferimento all'omonima carta da gioco e in alcuni casi alla mascotte del parco divertimenti Steeplechase Park di Coney Island.

Da un semplice clown abbozzato da Bob Kane però Bill Finger tirò fuori un personaggio ancora più sinistro. L'ispirazione fu una fotografia dell'attore Conrad Veidt che nel 1928 aveva interpretato Gwynplaine nel film The Man Who Laughs, adattamento dell'omonimo romanzo di Victor Hugo. Il personaggio era stato operato da un gruppo di comprachico affinché avesse sempre un innaturale sorriso. Depurata dalla sua componente melodrammatica, si trattava di una immagine troppo suggestiva per non essere rimaneggiata per un villain.

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Le origini di Joker: un affascinante mistero

Ma esattamente chi si nasconde dietro il ghigno di Joker? Si tratta di un affascinante misterioso che, dopo quasi 100 anni, è ancora irrisolto. Nel libro Batman and Psychology: A Dark and Stormy Knight, lo stesso Jerry Robinson conferma che parte del fascino del personaggio è dettato proprio dalla scelta di non rivelarne l'identità o le origini. 

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Nel corso degli anni questo ha portato a dare al personaggio diverse identità civili, la più gettonata quella di Jack Napier ripresa dal film di Tim Burton del 1989, tutte rigorosamente false, nonché a numerose rivisitazioni dell'origini di Joker.

Fra queste quella che è diventata ufficiosamente canonica è quella narrata dapprima in Detective Comics Volume 1 #168 (data di copertina febbraio 1951) e poi ripresa in The Killing Joke, il seminale graphic novel del 1988 di Alan Moore e Brian Bolland. In queste storie è centrale la figura di Red Hood (Cappuccio Rosso in italiano): nella prima si tratta di un tecnico di laboratorio della Ace Playing Card Company che cercando di rubare 1 milione di dollari all'azienda cadde in una vasca di composti chimici quando Batman intervenne per sventare il colpo. L'ingombrante casco permise all'uomo di sopravvivere ma il suo corpo, e la sua mente, ne furono devastati.

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Nella seconda, l'uomo è invece un tecnico di laboratorio che lascia il suo lavoro per inseguire il sogno di diventare un comico. Fallita la carriera e con una moglie incinta, l'uomo decide di diventare complice di una rapina alla Ace Playing Card Company. L'intervento di Batman però sventa, ancora una volta, la rapina e lo fa precipitare nella vasca di composti chimici. Orribilmente sfigurato, l'uomo torna a casa solo per scoprire che la moglie è tragicamente morta rendendolo completamente folle.

Pur non rivelando mai l'identità di Red Hood, queste due storie vengono unanimanente accettate come le origini di Joker. È interessante notare come in entrambe Batman sia un fattore decisivo nella creazione del villain ma soprattutto come il racconto avviene sempre in analessi da parte dello stesso Joker, un narratore tutt'altro che affidabile. Non è un caso che proprio in The Killing Joke, il villain dica: "Sometimes I remember it one way, sometimes another... if I'm going to have a past, I prefer it to be multiple choice!" ["A volte lo ricordo in un modo, altre volte in un altro... se proprio devo avere un passato, preferisco avere una scelta!" - trad. aut.]

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Red Hood, la caduta nella vasca di composti chimici e il passato da comico fallito ritornano poi in diverse storie. In Batman: The Man Who Laughs di Ed Brubaker e Doug Manhke vengono rinnate le origini dal punto di vista di Batman che deduce che Red Hood e Joker sono la stessa persona. In Batman Volume 1 #450 (data di copertina luglio 1990) dopo gli eventi di Una Morte in Famiglia, Joker indossa nuovamente il casco di Red Hood con esiti traumatici. 

In Shadow of the Bat Volume 1 #38 (data di copertina maggio 1995) di Alan Grant e Barry Kitson viene mostrata nuovamente la fallimentare carriera da comico dell'uomo che diverrà Joker, infine in Gotham Knights Volume 1 #50-55 e #73-74 si suggerisce che sua moglie sia stata uccisa da un poliziotto corrotto al soldo della mala.

Proprio questa suggestione, insieme alla peculiare storia editoriale del personaggio e alla richiesta dello stesso Batman di conoscere la vera identità di Joker alla fine di Darkseid War sono alla base di una delle storie più controverse del personaggio ovvero I Tre Joker di Geoff Johns e Jason Fabok dove viene rivelato che la moglie e il figlio del futuro Joker non sono mai morti bensì sono stati trasferiti dalla polizia di Gotham e con l'aiuto di Batman nel programma protezioni testimoni in Alaska.

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La teoria dei tre Joker: la storia editoriale

Joker debutta su Batman #1 (data di copertina marzo 1940) in due storie contenute nello stesso albo e collegate fra loro intitolate The Joker e The Joker Returns. Nella prima fa il suo macabro debutto annunciando che ucciderà tre dei più importanti cittadini di Gotham City. La polizia corre subito a proteggere il primo di questi cittadini ovvero Henry Claridge che però, a sua insaputa, è stato già avvelenato e infatti muore con il volto distorto in quello che sembra un sinistro ghigno a causa della tossina usata ribattezzata Joker Venom.

Batman e Robin scoprono che dietro i macabri proclami di Joker si nasconde una manovra per una serie di furti e riesco a cogliere il villain con la proverbiali mani nel sacco, facendolo arrestare. La permanenza di Joker in prigione però dura poco e nella seconda storia dell'albo, grazie a dell'esplosivo nascosto nella capsula di un dente, evade.

Batman e Robin si mettono sulle sue tracce e nella battaglia che ne scaturisce ad aver la peggio è proprio Joker che apparentemente muore pugnalato al petto. Come per altri villain creati nella Golden Age infatti la sua presenza doveva essere relegata ad un solo albo, questo perché si temeva che ripresentare lo stesso antagonista potesse annoiare i lettori, ma l'editor dell'epoca Whitney Ellsworth fece cambiare repentinamente il finale facendo aggiungere un riquadro in cui si lasciava intuire che Joker fosse sopravvissuto.

Joker apparirà in 9 dei primi 12 albi di Batman uccidendo dozzine di persone e arrivando persino a far deragliare un treno. In queste prime storie, il villain è modellato sì come il classico criminale eccentrico in pieno stile pulp ma i suoi piani mostravano un follia fino ad allora inesplorata e un sadico senso dell'umorismo che lo separava dai suoi pittoreschi colleghi.

Anticipando alcuni dei cambiamente stilistici della Silver Age già a partire dal 1942 la carica sovversiva del personaggio inzia ad essere riassorbita. Basti prendere come esempio Detective Comics Volume1 #64 (data di copertina giugno 1942) in cui Joker confessa i suoi crimini, viene giustiziato ma il suo corpo recuperato dai suoi scagnozzi e rianimato. Batman tecnicamente ora non potrebbe più arrestarlo in quanto la sua fedina penale è pulita. 

Poco meno di 10 anni dopo, in Detective Comics #168 (data di copertina febbraio 1951) vengono narrate le origini di Joker, origini che come abbiamo visto diveranno quelle "ufficiali". Con l'avvento della censura e del Comics Code Authority nel 1954, Joker subisce una trasformazione: da criminale dotato di un sadico senzo dell'umorismo diventa un folle burlone i cui piani sono architettati più per testare la pazienza e l'ingegno di Batman e Robin che per commettere omicidi di massa o crimini particolarmente efferati. Non è un caso che i suddetti piani impiegassero spesso versioni giganti di oggetti di uso comune o gadget buffi in storie magistralmente illustrate da Dick Sprang.

Il personaggio inizia ad essere scarsamente utilizzato anche perché l'editor Julius Schwartz non lo amava in modo particolare. La sua fama sarà tenuta in vita da Cesar Romero che lo interpreterà nella serie TV del 1966 fornendo anche il canovaccio per la sua interpretazione nel decennio successivo quando il nuovo editor Carmine Infantino decise di allontanarsi nei fumetti dalle atmosfere campy della serie TV.

Dopo ben 4 anni di assenza dalle pagine dei fumetti, Joker fa il suo ritorno in quella che molti è considerata una delle sue storie più iconiche. Si tratta di Batman Volume 1 #251 (data di copertina settembre 1973) intitolato The Joker's Five-Way Revenge di Denny O'Neil e Neal Adams. Joker dà la caccia ai 5 scagnozzi rei di averlo venduto per una sadica vendetta.

Nella Bronze Age, Joker cambia aspetto diventando più magro e longilineo e i suoi connotati più esagerati. Mentre scrittori come O'Neil, sfruttando l'interesse per le atmosfere più realistiche di quegli anni, porta il personaggio in contesti criminali quasi hard boiled ispirati alle storie della Golden Age, altri come Steve Englehart porteranno alle estreme conseguenze l'idea che Joker non possa essere considerato legalmente sano di mente come nel seminale Detective Comics Volume 1 #471 (data di copertina febbraio 1978) intitolato The Laughing Fish! in cui Joker aveva provato ottenere il copyright su una nuova specie di pesce che sfoggiava il suo inimitabile sorriso. La storia sarebbe poi stata adattata due decenni dopo anche in Batman: The Animated Series.

Proprio nel 1975, a sorpresa, DC aveva inoltre varato una serie regolare dedicata a Joker. Si trattava di un caso più unico che raro per l'epoca dove i villain raramente ricevevano così tanto spazio soprattutto perché il Principe Pagliaccio del Crimine non combatte mai contro Batman bensì contro alcuni dei suoi colleghi.

Nei nove albi che compongono la serie, recentemente portata in Italia da Panini DC Italia, hanno la particolarità di chiudersi sempre con Joker che finisce in manette questo perché il Comics Code Authority non permetteva al crimine di farla franca.

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La follia sarà quindi la cifra della più moderna incarnazione di Joker che maturerà definitivamente negli anni 80. Se è pur vero che Joker nasceva come nemesi definitiva di Batman è proprio in questo decennio che questa idea si concretizza con storie che mostrano come l'uno non possa letteralmente "funzionare" senza l'altro. 

Da un lato infatti vengono pubblicate storie come Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, che anticipa la spettacolarizzazione della figura del villain, mentre dall'altro in Una Morte in Famiglia la lotta fra Batman e Joker raggiunge un punto di non ritorno. Per la prima volta infatti vittima di Joker è un personaggio appartenente alla bat-famiglia ovvero Jason Todd, il secondo Robin. Mentre Joker la farà franca, grazie all'immunità diplomatica concessagli dall'Iran, le conseguenze del gesto riverbereranno per molti anni sulle testate batmaniane.

Alla fine degli anni 80 poi vengono pubblicate due graphic novel che contribuiscono a delineare la figura di Joker per i decenni successivi. Si tratta di Arkham Asylum dove, per la prima volta, Batman è costretto ad affrontare le psicosi della galleria dei suoi villain. Dall'altro c'è il retelling "definitivo" delle origini di Joker in The Killing Joke che avanza l'ipotesi che la sua follia sia il prodotto di una "giornata storta" e che tutti nelle stesse condizioni possono diventare come lui.

Negli anni 90 Joker ottiene il suo primo interesse amoroso, grazie alla già citata Batman The Animated Series, in Harley Quinn attraversando poi i grandi crossover del decennio come Terra di Nessuno, in cui ucciderà Sarah Essen la seconda moglie del Commissario Gordon, ed essendo lui stesso protagonista di due eventi più circoscritti. Il primo è Imperatore Joker in cui ruberà i poteri a Mister Mxyzptlk alterando la realtà. Il secondo è invece L'ultima Risata in cui, convinto dai medici di avere un male incurabile, Joker lancia un devastante attacco su Gotham finendo quasi per essere ucciso da Nighwing.

Pedina fondamentale nella seconda parte del ciclo di Grant Morrison, quando distruggerà dall'interno il Guanto Nero, con gli anni 2000 e più precisamente con il rilancio New 52, il Joker ha una svolta "horror". Dapprima facendosi asportare la faccia per essere venduta all'asta in Detective Comics Volume 2 #1 (data di copertina novembre 2011) per poi fare il suo raccapricciante ritorno in La Morte della Famiglia, ciclo di Batman scritto da Scott Snyder e Greg Capullo, in cui traspare tutta l'ossessione per Batman.

Nell'era Rinascita, Joker appare solo in analessi nella gestione firmata da Tom King di Batman. Salvo fare, ancora una volta, ritorno a Gotham City in maniera spettacolare in Joker War, ciclo firmato da James Tynion IV e Jorge Jimenez, dove grazie ad un ingegnoso piano riesce a privare Batman/Bruce Wayne della sua tecnologia e dei suoi fondi ma sarà costretto a fuggire dalla città.

Si tratta dell'espediente narrativo che dà il via alla seconda serie regolare a lui dedicata scritta da James Tynion IV e disegnata da Guillem March a cui seguirà una terza serie, intitolata Joker L'uomo Che Ha Smesso di Ridere, scritta da Matthew Rosenberg con matite di Carmine Di Giandomenico. Entrambe le serie sono state pubblicate in Italia da Panini DC Italia.

Dal breve excursus nella storia editoriale di Joker risulta abbastanza evidente come si possano individuare tre caratterizzazioni: il Criminale della Golden Age, il Clown della Silver Age e il Comico dell'era moderna. Ma qual è il vero Joker, ammesso che ne esista uno?

Di quale malattia soffre Joker?

Anche se il film del 2019 con Joaquin Phoenix cerca di dare una spiegazione scientifica alle patalogie di Joker, chiamando in causa la sindrome pseudobulbare, una vera malattia di natura neurologica che coinvolge i muscoli facciali, in realtà la mente del Principe Pagliaccio del Crimine è molto più complessa e labirintica di così.

Le uniche patologie confermate di Joker sono sociopatia, disturbo ossessivo-compulsivo e narcisismo. Altre diagnosi più approfondite sono impossibili e troppo rischiose a causa delle sua capacità di manipolare le persone. La trasformazione della dottoressa Harleen Quinzel in Harley Quinn ne è la riprova.

È interessante notare come spesso la follia di Joker sia "metodica" anche se raramente motivata dal denaro o dal potere. Il suo desiderio è quello di creare caos in modo teatreale e spettacolare nonché continuare a perpretrare la sua sfida con Batman anche a costo di mettere a repentaglio la sua stessa vita. Joker vorrebbe costringere Batman a diventare come lui uccidendolo. Si tratterebbe di uno doppio rovesciamento dei ruoli: Batman oscuro e incorruttibile, Joker colorato e letale.

Se Batman si rifiuta di ucciderlo, Joker spesso rifiuta di essere riabilitato. Dal punto di vista etico è una dicotomia interessante: se Batman uccidesse Joker, il numero delle vittime calerebbe drasticamente ma questo aprirebbe alla possibilità di uccidere tutti i criminali per lo stesso motivo contravvenendo al proprio codice morale.

Dall'altro Grant Morrison offre una lettura davvero interessante sulla follia di Joker con la teoria della Super-normalità. Se è vero che il carattere e le interpretazioni sono cambiate nel corso dei decenni, vedasi la Teoria dei 3 Joker, a differenza di altri personaggio, Joker pare non aver bisogno di conciliare o ignorare le sue altre versioni per avere senso ma al contrario prospera nelle sue identità poliedriche e spesso inconciliabili.

Secondo lo scrittore scozzese, Joker è in grado di entrare in una sorta di stato meditativo superiore che gli permette di cambiare personalità a seconda delle circostanze riuscendo a percepire diversamente la realtà. Una delle digressioni più affascinanti su questa teoria è quella che sostiene che Joker sia cosciente di essere un personaggio di pura fantasia e quindi l'omicidio non avrebbe reale valore.

Da Alan Moore a Grant Morrison l'aspetto più interessante della "razionalizzazione" della follia di Joker rimane legata alla sua capacità di manipolare la realtà e la concezione di sé stessi. Se da un lato l'idea di una "brutta giornata" capace di tramutare chiunque in un folle sembra sottintendere una critica alla opprimente contemporaneità e al capitalismo più asfissiante, dall'altro l'idea di Joker che modifica sé stesso cercando poi di imporre la sua visione al mondo e sul mondo sembra essere un anelito a quella Volontà di Potenza e a quella Moralità dei Guerrieri teorizzata da Friedrich W. Nietzsche.

Anarchismo, marxismo e una moralità che rompe qualsiasi schema pre-costituito sono il nucleo essenziale di concetti da cui partire per compredere pienamente la figura di Joker, in uno sforzo che si scontra contro il baluardo rappresentato da Batman ma anche con l'impossibilità di plasmare il mondo in questi termini. Vedasi l'illogicità di registrare il marchio sul pesce che sorride nella storia di Englehart citata poco sopra.

In questo senso è fondamentale comprendere come Joker sia imprescindibile dalla sua rappresentazione fisica e dal personaggio che incarna, quello del pagliaccio o giullare. Si tratta di una figura che attraverso atti immorali e amorali mette a nudo le ipocrisie della società, il suo corpo superumano (la resistenza ai veleni) e subumano riflette grottescamente un ordine prestabilito di valori e di canoni estetici.

Temuto dai suoi pari, Joker sviluppa una vera e propria ossessione per Batman oggetto spesso di attenzione e pulsioni quasi sessuali proprio perché rappresenta tutto quello che dovrebbe essere smascherato e capovolto. Di contro la relazione con Harley Quinn è di tipo abusivo. Harley rappresenta da un lato il punto di vista dell'uomo comune su di lui, un punto di vista che deve essere continuamente rivisto e stravolto, e dall'altro il perno attraverso cui mantenere il controllo sulla realtà. In Mad Love, il graphic novel che introdusse ai lettori dei fumetti Harley Quinn, Joker la picchia selvaggiamente dopo aver scoperto che è riuscita a sconfiggere Batman salvo poi mandarle dei fiori in ospedale. Punita per aver interferito sull'equilibrio nella lotta fra lui e Batman, Harley viene poi posta nuovamente sotto il giogo attraverso un semplice regalo. 

I poteri e le abilità di Joker

Joker non ha superpoteri. La sua più grande risorsa è la sua mente distorta. Dotato di straordinaria intelligenza e competenza, a sorpresa, in molti campi fra cui la chimica, permettendogli di creare i suoi letali gas e micidiali ordigni esplosivi. 

Il Joker Venom è senza ombra di dubbio la sua arma distintiva: una sostanza tossica liquida o gassosa che induce irresistibili attacchi di risate nelle sue vittime. Dosi più elevate possono portare a paralisi, coma o morte, lasciando le vittime con un sinistro e doloroso sorriso. Solo lui ne conosce la formula ed è capace di riprodurlo utilizzando ingredienti facilmente recuperabili.

Inoltre a causa dell'esposizione continua ai composti chimici ha sviluppato un'immunità naturale a tutti i veleni conosciuti, compreso il suo. In alcuni casi si fa accenno all'uso di sostanza stupefacenti. È immune alla paura in quanto non ne comprende il concetto e possiede una straordinaria forza di volontà ed è impossibile controllarlo psionicamente in quanto la sua mente è specchio delle sua follia. A causa delle sue psicosi è incapace di distinguere il bene dal male per questo è impossibile trattare o negoziare con lui.

Fra le altre abilità più peculiari ci sono l'escapologia, l'analisi tattica, la capacità di infliggere tortura, l'intimidazione e un notevole talento per il travestimento grazie alla quale non solo è riuscito a evadere innumerevoli volte dall'Arkham Asylum ma anche a penetrare facilmente nel Pentagono.

Pur non avendo un addestramento canonico, Joker è un letale combattente corpo a corpo a causa della sua imprevedibilità. È versato nell'uso di armi di fuoco e nel lancio di armi da taglio. Un'altra peculiare abilità è quella di saper creare e utilizzare gli oggetti più disparati come armi o trappole. La predilizione è ovviamente per oggetti che richiamano la sua persona come fiori da taschino che spruzzano acido, sigari esplosivi o strette di mano elettriche da migliaia di volt. 

Scimmiottando Batman, Joker crea spesso versioni distorte dei gadget e dei veicoli del Cavaliere Oscuro fra cui il Joker-segnale e la Joker-mobile.

Come iniziare a leggere Joker: i fumetti essenziali

The Killing Joke di Alan Moore & Brian Bolland

The Killing Joke è considerata dai fan non soltanto la fonte più credibile riguardo l'origine del Principe Pagliaccio del Crimine, ma anche quella che è riuscita a catturare appieno la macabra connessione tra l'eroe e la sua nemesi. Si tratta di The Killing Joke, pubblicata per la prima volta nel 1988, scritta da Alan Moore e disegnata da Brian Bolland.

L'ennesima evasione dall'Arkham Asylum offre al Joker l'opportunità di dimostrare una delle sue teorie folli: secondo lui, tutti possono diventare come lui, basta solo una giornata sfortunata. Nella contorta psicologia del Principe Pagliaccio del Crimine, questo si traduce nel rapire e seviziare il Commissario Gordon e nell'aggressione brutale a sua figlia Barbara che, colpita da un colpo di pistola, rimarrà paralizzata. Mentre Batman si lancia in una corsa contro il tempo per salvare il prezioso alleato dalle grinfie del suo acerrimo nemico, viviamo attraverso una sequenza lisergica di flashback le tragiche origini del Joker. Da un semplice comico fallito a criminale per necessità fino a folle freak.

In tutto questo un incontro con Batman sarà fatale con la famigerata caduta nella vasca piena di sostanze chimiche che provocherà non solo la sua trasformazione fisica, i capelli verdi e la pelle bianca, ma soprattutto farà emergere la sua sadica personalità. Il culmine della sfida tra Batman e Joker, però, si discosta dalla consueta dinamica: il Cavaliere Oscuro, in un atto senza precedenti, offre la sua mano all'arcinemico, proponendogli aiuto. Tuttavia, il Joker gentilmente declina, affermando che è ormai troppo tardi, e in cambio offre una barzelletta... in un contesto già agghiacciante, sia Batman che il Joker scoppiano a ridere.

Perché leggerlo: Batman e Joker rappresentano davvero due lati della stessa medaglia? Questo assunto è sicuramente centrale in The Killing Joke, dove si riflette intensamente sulla sottile linea che separa la follia dalla razionalità. L'opera suscitò un tale interesse da diventare immediatamente parte della continuity narrativa, nonostante fosse stata concepita come una storia autonoma. Questa storia ha avuto profonde e durature conseguenze nel canone narrativo di Batman, influenzando anche le incarnazioni successive del personaggio in altri media, come al cinema, basti pensare alle versioni presentate in Batman (1989) di Tim Burton e ne Il Cavaliere Oscuro.

Come recuperarlo: Panini DC Italia ha recentemente riproposto questa seminale storia in versione Absolute con cofanetto contenente il fumetto in due versioni: con la colorazione originale e in versione "remastered", firmata dallo stesso Brian Bolland, in cui è presente anche la sceneggiatura originale di Alan Moore.

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The Killing Joke

Una delle storie cult del mito di Batman

L'uomo che Ride di Ed Brubaker & Doug Manhke

Nel 2005 Ed Brubaker realizza, coadiuvato dalle matite oscure e muscolari di Doug Manhke, L'uomo che Ride. Si tratta di un graphic novel che si pone come ideale seguito sia di Anno Uno che di The Killing Joke ed in cui l'autore, recuperando alcune delle primissime storie della Golden Age, rinarra l'esordio di Joker. 

Il Capitano Gordon viene chiamata sua una sinistra scena del crimine. Tutti i cadaveri mostrano una orrenda contrazione del viso simile ad un ghigno. Batman sospetta subito l'utilizzo di un agente chimico di qualche tipo e ben presto l'autore del gesto si palesa in maniera teatrale addirittura in TV sostendo che, uno dopo l'altro, ucciderà i cittadini più abbienti di Gotham a cominciare da Henry Claridge.

Mentre il criminale, ribattezzato Joker a causa del suo aspetto, viso bianco con capelli verdi e ghigno malefico, inizia a seminare il caos in città e mietere vittime, Batman cerca di trovare un antitodo alla letale tossina. In una indagine a ritroso, il Cavaliere Oscuro inizia ad essere attanagliato da un angoscioso dubbio: e se Joker e Capuccio Rosso fossero la stessa persona?

Vagliando questa ipotesi, Batman comprende il vero piano di Joker ovvero avvelenare le riserve idriche di Gotham City.

Perché leggerlo: Brubaker effettua un lavoro di sintesi pazzesco recuperando le atmosfere della Golden Age per narrare il primo confronto fra Batman e Joker. La bellezza di questa storia, senza fronzoli e dalla tensione crescente, è quella di sapere narrare l'impatto che il caos e la follia di Joker causano su Gordon prima e Batman poi. Questa srtoria riesce quindi benissimo a fotografare il passaggio dal normale all'eccezionale rappresentato dall'esordio del Principe Pagliaccio del Crimine, una nuova tipologia di criminale.

Come recuperarlo: Panini DC Italia ha recentemente riproposto L'uomo che Ride in un volume cartonato nella collana DC Library.

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Batman - L'uomo che Ride

Quali sono le origini del Principe Pagliaccio del Crimine? E cosa lo rende diverso dagli altri criminali della galleria dei nemici di Batman?

Arkham Asylum di Grant Morrison & Dave McKean

Per decenni, abbiamo visto Batman portare i suoi nemici al manicomio di Arkham per essere detenuti e curati. Ma cosa si nasconde davvero dietro questa lugubre struttura? Grant Morrison ci fornisce una risposta nel 1989 in Arkham Asylum. Questo graphic novel è diventato estremamente influente, tanto da essere rielaborato in più di un'occasione e in diversi media. 

In Arkham Asylum, Batman viene chiamato d'urgenza dal Commissario Gordon. I pazienti dell'Arkham Asylum, capeggiati dal Joker, hanno preso il controllo della struttura e tengono in ostaggio il personale. Batman si trova quindi costretto a sottostare a un folle gioco orchestrato dal Principe Pagliaccio del Crimine. Batman deve entrare da solo nell'edificio e, in un'ora, uscirne sano e salvo respingendo gli attacchi di alcuni dei più temibili "inquilini" dell'Arkham Asylum. Contemporaneamente, attraverso alcune suggestive e puntuali sequenze in analessi, riviviamo la storia del fondatore dell'Arkham Asylum, Amadeus Arkham. Questi è stato spinto a intraprendere la carriera di psichiatra a causa della malattia mentale di sua madre. 

Perché leggerlo: in contrasto con il forte realismo che dominava i fumetti di Batman alla fine degli anni 80, Grant Morrison crea un lavoro onirico e profondamente psicologico. In Arkham Asylum, Batman è costretto per la prima volta a entrare, in senso letterale, nel mondo e nella mente dei suoi villain. La follia assume un connotato che richiama le teorie di Carl Gustav Jung e con atmosfere oscure e lovecraftiane. 

L'approccio di Grant Morrison trova un perfetto riscontro nelle illustrazioni surreali e pittoriche di Dave McKean. L'artista decostruisce le figure e le pagine in una stilizzazione estrema, sfocata e primordiale. Il risultato è un lavoro unico nel suo genere, che si fonde in modo straordinario con la narrazione di Morrison, creando un'esperienza visiva e narrativa intensamente surreale.

Come recuperarlo: Panini DC Italia ha riproposto Arkham Asylum in un volume cartonato di grandi dimensione nella collana DC Absolute. 

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Quando il Joker rapisce lo staff dell’Arkham Asylum, l’ospedale psichiatrico dei supercriminali di Gotham, solo Batman può salvare la situazione! Una discesa nella follia, piena di simbolismi e livelli di lettura, che riscrive il mito di Ba...

Joker di Brian Azzarello & Lee Bermejo

Quasi in contemporanea con l'uscita de Il Cavaliere Oscuro, Brian Azzarello e Lee Bermejo danno la loro personalissima e brutale interpretazione della figura di Joker. Le premesse di questo graphic novel sono semplici: cosa succede quando Joker viene dimesso dall'Arkham Asylum convicendo i medici di essere sano? Ad attenderlo c'è Jonny Frost, un pesce piccolo che spera di far carriera velocemente diventando il braccio desto del Principe Pagliaccio del Crimine.

La realtà però è ben diversa perché Joker vuole prima di tutto rimettere insieme il suo impero criminale e per farlo non esita certo nello scatenare una escalation di violenza senza precedenti nel sottobosco criminale di Gotham e non solo. 

Frost si rende ben presto conto che il prezzo da pagare per "lavorare" con Joker è una lenta ma inesorabile discesa nella follia in cui la regola che "il crimine non paga" è scontata a carissimo prezzo perché si finisce nel mezzo di una lotta senza fine ovvero quella fra Joker stesso e Batman. 

Perché leggerlo: l'evocativo stile pittorico di Bermejo unito alle tinte ruggine con cui viene dipinta Gotham, rendono Joker una lettura che potrebbe essere idealmente associata a Scarface. Il racconto è infatti avvolto nella stessa patina sporca e inesorabile dei "peggiori" gangster movie degli anni 70 e classici del crime della letteratura. L'elemento che distingue però Joker dal resto è la follia che qui è narrata attraverso le lenti dei paria di Joker. L'imprevedibilità e la spietatezza del Principe Pagliaccio del Crimine infatti finiscono per intimorire anche gli altri criminali...

Come recuperarlo: Panini DC Italia ha riproposto Joker in un volume cartonato nella collana DC Library.

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Joker War di James Tynion IV & Jorge Jimenez

Dopo avere lasciato a Bane l'opportunità di affrontare Batman, Joker torna a Gotham con il suo piano più audace di sempre: sconfiggere una volta per tutte il Cavaliere Oscuro. Il Principe Pagliaccio infatti non ha mai voluto che la sua battaglia con Batman terminasse ma ora qualcosa è cambiato. 

L'incipit di Joker War è sorprendente. Joker infatti punta ad impossessarsi di tutte le ricchezze di Bruce Wayne e tramite lui colpire Batman. Il Principe Pagliaccio del Crimine infatti sembra sapere, per tutto il corso della saga, che Bruce Wayne e Batman sono la stessa persona. Mentre Gotham sprofonda nel caos, con Joker che ora ha disposizione tutti i gadget e la tecnologia, inizia una corsa contro il tempo affinché effettivamente Bruce Wayne perda la sua fortuna. Toccherà ad una insospettabile alleata mettere fine alla guerra, costringendo Batman ad un gesto estremo.

Perché leggerlo: oltre ad essere disegnata magnificamente, Joker War è una saga veloce e corale capace di intercettare il gusto più moderno dei lettori e a fare da filtro ad alcune istanze e riflessioni sulla contemporaneità che su una testa di Batman non si vedevano da un po' anzi forse non si vedevano da oltre 25 anni. Joker diventa così quell'urlo di ribellione contro la disuguaglianza e i one percenter mentre la sua sfida con Batman non può che avere risvolti inaspettati ma forieri dell'ennesima trasformazione per il Principe Pagliaccio del Crimine e soprattutto per il Cavaliere Oscuro.

Come recuperarlo: Panini DC Italia ha recentemente riproposto Joker War in un volume cartonato nella collana DC Rebirth Collection.

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Batman. DC Rebirth Collection - Batman Volume 2: Joker War

Il Principe Pagliaccio del Crimine e il Cavaliere Oscuro faccia a faccia per un’ultima volta. Joker non ha mai voluto vincere prima d’ora, non ha mai voluto che la sua battaglia con Batman terminasse. Ma qualcosa è cambiato, e ora sta per p...

Joker in TV

Il primo attore ad interpretare Joker sarà il carismatico Cesar Romero nella serie TV del 1966 e poi nel successivo lungometraggio. Romero si ispirò ovviamente alla versione più scanzonata allora in voga nei fumetti, tuttavia gli scatti d'umore del suo Joker (o Jolly come nella versione italiana) anticiperanno in qualche modo le versioni più nervose e nevrotiche dei decenni successivi. Piccola cuorisità: Romero non voleva tagliarsi i baffi e quindi il trucco gli venne applicato sopra in tutti e 18 episodi in cui comparirà compreso il film.

Qualche anno dopo, Joker appare già in versione animata in The Adventures of Batman (1968) interpretato da Larry Storch, in The New Adventures of Batman (1977) interpretato da Lennie Weinrib e in The Super Powers Team: Galactic Guardians (1985) interpretato da Frank Welker.

Forte del successo delle pellicole di Tim Burton, Joker torna sul piccolo schermo in Batman: The Animated Series interpretato da Mark Hamill. L'interprete di Luke Skywalker nella trilogia di Star Wars aveva intrapreso una brillante carriera a Broadway e proprio dai ruoli interpretati a teatro trasse ispirazione per l'iconica risata. Dopo che gli fu chiesto di differenziarsi dall'interpretazione di Jack Nicholson, Hamill si ispirò ad Amadeus che stava portando in scena, ma anche da figure come Jay Leno, Howard Cosell e Claude Rains, come visto (e udito) nel film del 1933 L'Uomo Invisibile. Hamill ha spesso descritto il suo approccio al personaggio e alla sua voce come simile a quello di uno strumento musicale, in grado di adattarsi alle diverse sfumature emotive del personaggio.

Quella di Hamill è considerata l'interpretazione vocale definitiva sul personaggio. Non è un caso che sarà lui a prestare la voce a Joker nei decenni successivi in diversi progetti animati come Superman: The Animated Series, Static Shock, Justice League Unlimited, i lungometraggi Batman: Mask of the Phantasm (1993) e Batman Beyond: Return of the Joker (2000) e in numerosi videogiochi come Batman Vengeance (2001) e la trilogia Batman Arkham di Rocksteady.

Quando Hamill deciderà di lasciare momentaneamente il doppiaggio del Joker animato, DC e Warner Bros. Animation procederanno ad un restyling del personaggio e ad un casting completamente diverso. Nella serie del 2004 The Batman infatti Joker appare molto più "bestiale" e per la prima volta è doppiato da un attore di colore, Kevin Michael Richardson. Hamill tornerà a doppiare il personaggio in Justice League Action (2016).

Seguiranno le serie Batman: The Brave and the Bold (2009) in cui sarà doppiato da Jeff Bennet e Young Justice (2001) in cui sarà doppiato da Brent Spiner, Data in Star Trek: The Next Generation. E Batman Unlimited (2015) doppiato da Troy Baker.

Joker tornerà in TV in carne e ossa nella serie Gotham dove il personaggio verrà pesantemente rimaneggiato venendo letteralmente diviso fra i due gemelli Jerome e Jeremiah Valeska, entrambi interpretati da Cameron Monaghan.

Joker al cinema

Dopo l'exploit camp del film del 1966, Joker fa un trionfale ritorno al cinema nel 1989 in Batman (1989) di Tim Burton. A vestire i panni del Principe Pagliaccio del Crimine c'è la superstar Jack Nicholson che offre una interpretazione sofisticata e geniale riprendendo il gusto per la teatralità del personaggio a fumetti degli anni 60 con la follia omicida di quello degli anni 70 e 80.

Nel corso del film vediamo la nascita di Joker che non solo ha un nome e cognome (il gangster Jack Napier che è anche materialmente responsabile dell'omicidio dei coniugi Wayne) ma anche la sua morte. Piccola curiosità: Jack Napier ritorna in un flashback anche in Batman Forever interpretato da David U. Hodges.

Dovranno passare quasi due decenni per rivedere Joker sul grande schermo in quella che forse è la sua interpretazione moderna definitiva. Si tratta di quella viscerale fornita dal compianto Heath Ledger ne Il Cavaliere Oscuro (2008). Si tratta di un Joker più realistico come nella visione di Nolan, un vero e proprio agente del caos il cui unico obbiettivo è scontrarsi con Batman e dimostrare che chiunque possa diventare come lui, compreso il paladino di Gotham ovvero il procuratore distrettuale Harvey Dent.

Ispirato da The Killing Joke e Arkham Asylum, Ledger modellò il suo Joker sull'iconografia e sulle nevrosi di Alex DeLarge, il protagonista di Arancia Meccanica, e Sid Vicious. La postura è quella di un perfido predatore: spalle curve, mento in fuori, scatti violenti ma una fredda lucidità. L'aspetto è intimidatorio: capelli verdi, faccia bianca e labbra rosse con occhi cerchiati di nero. È un make-up o il suo volto è stato alterato chimicamente? Nel film non viene mai specificato anche perché questo Joker ama raccontare una storia diversa ogni volta che parla delle sue cicatrici, un raccapricciante Glasgow Smile che va da guancia a guancia.

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Heath Ledger si calò profondamente nel personaggio improvvisando molte scene sul set (quella dell'applauso durante la sua cattura per esempio) e per la sua interpretazione di Joker, l'attore venne incensato dalla critica ricevendo numerosi premi alcuni purtroppo postumi fra cui l'Oscar al miglior attore non protagonista, il Golden Globe per il miglior attore non protagonista, il BAFTA al miglior attore non protagonista, il Saturn Award per il miglior attore non protagonista e l'MTV Movie Award al miglior cattivo.

A raccogliere il suo pesante testimone è stato prima Jared Leto che venne scelto da David Ayer e Zack Snyder per interpretare Joker in Suicide Squad. Si tratta di una versione molto moderna influenzata dall'estetica degli ambienti legati alla musica hip hop e trap. Esteticamente infatti Joker si presenta come un gangster ricoperto di tatuaggi che ama i club, le macchine costose e i gioielli. Il suo volto non è deformato in ghigno ma la risata è affida ad un vistoso tatuaggio sulla mano che si porta davanti alla bocca questo perché Batman gli ha sfondato la mascella, i denti infatti sono stati sostituiti con una protesi in ferro. 

Leto riprenderà il ruolo in Zack Snyder's Justice League per la sequenza in prolessi ambientanta nel così detto Knightmare World. Lì darà vita al meme "We live in a society...." diventata virale. Piccola curiosità: Leto nei panni di Joker appare anche nel video del brano Purple Lamborghini di Rick Ross e Skrillex che fa parte della colonna sonora di Suicide Squad.

Nel 2019 esce poi Joker, primo lungometraggio completamente dedicato al personaggio. Tuttavia del Joker a fumetti c'è ben poco. Joaquin Phoenix intepreta Arthur Fleck, comico fallito che vive in una decadente Gotham dei primi anni 80, guadagnandosi da vivere come pagliaccio alle feste. Alienato e deriso dalla società, la psiche di Fleck andrà in frantumi in seguito a dei tragici avvenimenti, trasformandolo in uno psicopatico assassino.

Il film di Todd Phillips, che vincerà il Leone d'Oro, è fortemente influenzato da pellicole come Taxi Driver. Uno studio sulla psiche umana in cui c'è davvero poco spazio per i supereroi, non è un caso che questo Joker sia affetto da una sindrome simile a quella pseudobulbare, che causa attacchi irrefrenabili di risate durante momenti di forte tensione e di sofferenza.

Per fortuna nel 2022 arriva l'Unseen Arkham Prisoner. Nella scena post-crediti di The Batman di Matt Reeves infatti l'Enigmista dialoga con un altro misterioso prigioniero dalla inconfondibile risata. Qualche settimana dopo l'uscita del film, Matt Reeves e Warner Bros. Discovery hanno pubblicato una scena tagliata del film viene rivelato che il prigioniero è Joker interpretato da Barry Keoghan.

 

Questa versione del personaggio, che non sappiamo se comparirà nel sequel del film sempre diretto da Matt Reeves, è stata ispirata secondo quanto dichiarato dallo stesso regista da John Merrick, il protagonista di The Elephant Man di David Lynch. 

Joaquin Phoenix riprenderà il ruolo di Arthur Fleck in Joker: Folie à Deux, sequel del primo film sempre diretto da Todd Phillips. Il film, in uscita nei cinema italiani il prossimo 2 ottobre, vedrà Lady Gaga vestire i panni di Harley Quinn.

Capitolo a parte meritano le interazioni animate cinematografiche con Joker. Nel DC Animated Movie Universe, Joker è stato doppiato da Dee Bradley Baker (Son of Batman), Troy Baker (Batman: Assault on Arkham, Batman vs. Teenage Mutant Ninja Turtles, Batman: Il lungo Halloween e la serie Batman Unlimited), John DiMaggio (Batman: Under the Red Hood, Batman: Death in the Family), Mark Hamill torna a doppiare Joker nell'adattamento di The Killing Joke.

Poi ancora Wataru Takagi (Batman Ninja), Michael Emerso nell'adattamento in due parti de Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, Jeff Bennett torna a doppiarlo nel film crossover Scooby-Doo! e Batman - Il caso irrisolto, Jason Spisak nell'adattamento di Hush e infine Kevin Pollak in quello di Injustice. In The LEGO Batman Movie (2017) la voce è invece quella di Zach Galifianakis.

Piccola digressione sui doppiatori italiani. A prestare la voce a Joker sono stati fra gli altri Ettore Conti nella serie TV degli anni 60, Riccardo Peroni nella serie animata degli anni 90, Marco Mete, Pasquale Anselmo e Giancarlo e Adriano Giannini, rispettivamente le voci di Jack Nicholson e Heath Ledger.

Joker nella cultura POP

Joker è il villain più influente dei comics nonché il più popolare al pari di eroi come Batman, Superman o Spider-Man. Fonte di ispirazione per numerosi altri villain non sono nel mondo dei comics ma anche del cinema e della TV, soprattutto dove la versione di Heath Ledger, e persino dei manga basti vedere personaggi come Mayuri Kurotsuchi (Bleach), Buggy (One Piece), Cioccolata (Le Bizzarre Avventure di Jojo), Orochimaru (Naruto), Hisoka (Hunter X Hunter) o Mad Pierrot (Cowboy Bebop).

Il sito WorldCat ha catalogato oltre 250 titoli in vari media che lo vedono protagonista fra cui The Joker: A Serious Study of the Clown Prince of Crime ovvero la prima pubblicazione accademica dedicata ad un villain dei fumetti. Non scontato notare come Joker sia presente in moltissimo merchandise ufficiale anche in quello dedicato ai fan più giovani cosa assolutamente non scontata per un villain. Ha ispirato numerose attrazioni di parchi a tema fra cui diverse montagne russe.

Immancabile la sua presenza nei videogiochi. Compare come villain in moltissimi titoli per moltissime piattaforme sin dai titoli realizzati fra la fine degli anni 80 e i primi anni 90 come Batman: The Caped Crusader (1988) e Batman: Return of the Joker (1991). Oltre alla già citata serie Batman: Arkham (dove è doppiato da Mark Hamill e poi da Troy Baker) è bene ricordare anche i videogiochi dove Joker è un personaggio giocabile come Mortal Kombat vs. DC Universe (2008), Injustice: Gods Among Us (2013), Injustice 2 (2017) e Mortal Kombat 11 (2019) sempre doppiato da Richard Epcar.

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Immagine di copertina tratta dal volume The Joker Volume 1: The Man Who Stopped Laughing.

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